Questa sera, con un tono di rabbia che non è mai utile, sono stati accomunati delinquenti e criminali con il gruppo e la categoria intera a cui appartengono. Questa è un’operazione immorale e miope.
Elencare i crimini effettuati da stranieri è inutile quanto mettersi a fare l’elenco dei reati svolti da cittadini italiani: sarebbe un confronto sterile, che non porterebbe da nessuna parte.
Bruciare vive le persone è forse un reato meno grave di uno stupro solo perché è compiuto dai nostri bravi giovani italiani? Questa è una provocazione che volutamente porto per dimostrare che tale modo di procedere è assolutamente inutile.
Si è fatto inoltre riferimento a posizioni diverse di “cattolici” e prelati sui fatti e sulle questioni impegnative che hanno visto accendersi il dibattito nel nostro Paese in questa settimane.
Rifiuto di pensare che ci siano cattolici che accolgono e cattolici che non accolgono. Non si può ascoltare la Chiesa ed avocarla come sostenitrice delle reciproche posizione per legittimarle, da qualunque parte questo avvenga. E’ davvero triste veder brandire la Parola di Dio, perché, per chi ci crede, di questo si parla quando si cita la Bibbia, come un’arma a sostegno di scelte che appartengono alla politica.
In politica ci sono coscienza laiche, anche cristianamente formate, che di volta in volta leggono, riflettono e valutano le situazioni con la responsabilità di cittadini che sono chiamati ad occuparsi della cosa pubblica.
Se la lotta ora non è più solo tra italiani e stranieri, tra ricchi e poveri, tra occupati stabilmente e precari, ma diventa anche una lotta tra cattolici pro o contro (qualunque sia la questione rispetto alla quale si è pro o contro) , allora è proprio finita, allora la costruzione del bene comune è proprio impossibile. In questo modo di affrontare le questioni vedo solo la sconfitta della politica e, in definitiva, della società civile.
E’ stato chiesto all’Amministrazione di dare seguito alle risoluzioni contenute nel decreto Sicurezza, come se la sicurezza fosse riducibile unicamente a questione di ordine pubblico.
Noi riteniamo invece che questa non sia l’unico approccio possibile e neppure il più efficace. Non si parla più, infatti, di “sicurezza sociale”. Non si usa più questo termine che invece ha fondato gli studi di chi, come la sottoscritta, si è formata per fare lavoro sociale: abbiamo studiato per anni una materia che si chiamava “Sicurezza Sociale” ed eravamo (e lo siamo tuttora) convinti che lavorare per il bene comune e per il benessere delle persone e della comunità significasse contribuire alla sicurezza dei territori.
Chi si occupa di lavoro sociale non lo fa perché è particolarmente buono o generoso. Lo fa perché si prende carico del bene delle persone, inteso come benessere fisico, psichico e relazionale.
Vorremmo allora che questa Amministrazione non dimenticasse anche questi aspetti, occupandosi di sicurezza, lavorando sul piano dell’educazione, della prevenzione, della salute delle persone.
Questo concretamente significa:
- rinforzare la presenza dei servizi sociali nei quartieri (e non svuotare le Equipe come si sta silenziosamente facendo in queste settimane)
- riportare i percorsi di educazione all’affettività ed alla sessualità nelle scuole
- avere il coraggio di non usare pubblicità che informano utilizzando donne “naturalmente” belle, discinte ed ammiccanti, come è stato fatto nei mesi scorsi per informare i cittadini delle iniziative della Fiera di Monza
- favorire l’emersione del lavoro nero di assistenti familiari che si prendono cura degli anziani e sempre più anche dei bambini delle nostre famiglie, ma che noi per primi ci preoccupiamo di tenere clandestine perché nascoste, dal momento che ci fa comodo che così avvenga
- favorire l’integrazione con le comunità di stranieri che abitano la nostra città e che con noi la costruiscono, sostenendo le attività e i progetti di chi nelle scuole, negli oratori, nei contesti di aggregazione e socializzazione, quotidianamente sta con i rumeni, con i maghrebini, con gli albanesi, con i rom, con gli ucraini, lavorando con loro tutti i giorni.
Bertola Cherubina - Gruppo Consiliare PD
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