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La grave emarginazione non è riducibile ad una sola questione di cibo.

Intervento in Consiglio Comunale - 20 ottobre 2008

La stampa riferisce che da Milano diversi enti (pubblici e privati) segnalano un aumento della richiesta di aiuti alimentari da parte di fasce della popolazione “diverse” da quelle tradizionalmente appartenenti al mondo dell’emarginazione grave. Le dichiarazioni provengono dal vice direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, in occasione della Giornata Mondiale della Lotta alla Povertà, celebrata il 17 ottobre scorso. Le sue dichiarazioni sono peraltro in piena linea con quanto evidenziato dal Rapporto sulla Povertà di Caritas Italia, pubblicato la settimana scorsa e di cui già si è riferito in aula.
Le dichiarazioni di Gualzetti vengono riprese e confermate dal Comune di Milano: entrambi, però, ad un ascolto attento delle dichiarazioni in merito, invitano a riflettere sull’appartenenza dei richiedenti aiuto ad una classe sociale “media” che nel passato non aveva espresso con questa significatività tale tipo di richiesta di aiuto. In ogni caso non vengono segnalate insufficienze sulla quantità e sulla qualità dei servizi di distribuzione alimentare che, in realtà metropolitane come quella di Milano e di Monza, non necessitano, al momento, di ulteriori ampliamenti.
Piuttosto, e lo fa l’Assessore milanese Mariolina Moioli, si segnala un sovraccarico di richieste alle strutture di accoglienza notturna per persone senza fissa dimora che, alle soglie dell’inverno, si presentano e chiedono ricovero notturno alle strutture di Milano, sia comunali che private.
Viene dallo stesso Assessorato specificamente richiamato che il fabbisogno giunge anche da Monza. Fatto questo confermato anche da quanto riferiscono gli operatori dell’Asilo Notturno di Monza che ritengono ormai inadeguata l’attuale disponibilità di 36 posti letto, anche alla luce della recente chiusura della struttura di Via Spallanzani per i necessari adeguamenti strutturali.
Siamo pertanto a sollecitare l’Amministrazione Comunale a prender atto di tale situazione, convocando al più presto i soggetti che sul nostro territorio quotidianamente si fanno carico di questo tipo di risposta, al fine di concertare opportuni interventi.
Questo soggetti, infatti, ribadiscono che anche per la ricca Monza sono i posti per il ricovero notturno e le strutture adite alla distribuzione alimentare a mancare, e non il cibo da mettere nei piatti.
Ci auguriamo quindi che l’Assessore alla partita si confronti al più presto con chi lavora direttamente sul campo, prima di annunciare l’avvio di nuovi servizi e di iniziative che rendono di più sul piano dell’immagine ma rischiano di essere vane sul piano della reale rispondenza ai bisogni. Ci risulti infatti che le valutazioni fatte in aula dall’Assessore Carugo riguardo all’iniziativa di coinvolgere gli ipermercati per l’approvvigionamenti di alimenti (invenduti o vicini al termine di scadenza, come è stato dello stesso precisato sulla stampa) non siano frutto di opportune verifiche congiunte con i soggetti coinvolti nel servizio di aiuto alimentare (operatori comunali e del privato sociale) che hanno anche sperimentato nell’estate un nuovo servizio di distribuzione del pranzo e dalle opinioni dei quali pensiamo non si possa prescindere in relazione ad alcuna progettazione futura in merito.

Bertola Cherubina - Gruppo Consiliare PD

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