Io non sono un esperto di economia, ma sono anni che lavoro nella fabbrica con mansioni commerciali e non è difficile aver capito che sono stati anni in cui il Liberismo ha regnato incontrastato nell’economia occidentale.
Senza andare lontano, basta fare un analisi sull’occupazione industriale nel nostro territorio della Brianza per capire e vedere gli effetti della Globalizzazione che è poi il fine e forse la fine del liberismo.
Il Capitalismo non sopportava più certi vincoli ( per me valori) quali lo Stato Sociale, lo Statuto dei lavoratori e tutti e tutto ciò unito alla disperata rincorsa al profitto senza regole ha fatto sì che la Globalizzazione abbia estirpato dal territorio aziende storiche come Singer, Philips, tanto per citare le due realtà più importanti (anche a livello di impatto occupazionale sulla nostra città) legate al territorio di Monza città.
Dal crollo del muro di Berlino poi il fenomeno è diventato mondiale, con conseguenze ancor più gravi.
La crisi attuale conclude a mio un ciclo iniziato con le Presidenze di Reagan e Tatcher, proseguito attraverso l’attacco sistematico ai diritti e contratti delle classi operaie, per dilagare poi con la Globalizzazione.
Ci sono voluti trent’anni per arrivare ad oggi, e questo dimostra che la solidità e la forza dello sviluppo liberista, con l’imperativo dell’ideologia di mercato che ha contaminato la politica e affossato la cultura.
L’affossamento della cultura lo paghiamo col rigurgito xenofobo, con l’intolleranza, con l’innalzare il grado della paura del diverso. Siamo al colpo di coda di un sistema ormai fragile, e questi effetti sono l’ostentato tentativo di perpetuare.
Credo che oggi sia necessario una nuova forma di compromesso tra stato e mercato, politica ed economia e soprattutto tra capitale e lavoro.
Oggi le sinistre in Europa navigano in acque non buone, forse proprio a causa degli estremismi che in periodi di difficoltà sociale si ripresentano.
Noi abbiamo il dovere di proporre idee, perché troppo spesso le opposizioni sono subalterne o quantomeno inefficaci al potere delle destre .E’ chiaro che come sosteneva Fabio Minazzi, spesso le destre, e questo ancor più in Italia, hanno una macchina da “guerra”micidiale, difficile da contrastare, per cui il nostro lavoro dovrà essere ancora più incisivo.
Concludo con un pensiero di speranza tratto dalle parole di un grande pensatore del nostro tempo che è Norberto Bobbio. Era il 1989, il muro di Berlino era appena caduto e Bobbio lanciò un messaggio al Capitalismo trionfante.
La lunga marcia del movimento operaio si era interrotta ( e su come si fosse concretizzata con il blocco Sovietico lo lasciamo ad un’altra analisi e un’altra discussione…) ma, sottolineava Bobbio, se il capitalismo si fosse fatto prendere di nuovo dalla frenesia di se stesso, se non avesse avuto un minimo di autocritica nel proprio percorso, la lunga marcia si sarebbe ripresa.
Io credo che sia quello che si deve fare, chiaramente proponendo assolutamente altre forme, ma una nuova forma di socialismo deve nascere, anche all’interno del partito democratico.
Credo non si debba avere paura di affrontare questa parola da parte di nessuno. Me pongo in prima persona perché sono Cristiano, credo nei valori condivisi, ma sono anche convinto che Socialismo e Cristianesimo possano avere molti e molti punti in comune.
Ho buttato giù queste riflessioni perché si comincia a respirare aria di preoccupazione anche negli ambienti industriali, la crisi mondiale comincia a farsi sentire, o quantomeno a far venir meno quella sicurezza nei mercati.
E’ di pochi giorni fa l’intervento di Tremonti che auspicava un ritorno all’Industria e all’Agricoltura contro la Finanza creativa e la Globalizzazione.
Dov’era questo signore quando la sinistra, i sindacati ( o forse è meglio parlare di un sindacato) esprimevano preoccupazione e timore per il futuro. Non è una bella soddisfazione sapere che avevamo ragione.
Scusate se mi sono dilungato, ma a volte alcune riflessioni è meglio condividerle, anche per capire assieme quale strada disegnare per una nuova politica che sia veramente dalla parte di chi di buona politica ne ha bisogno (precari, disoccupati, disoccupati over 50 etc).
Marco Addivinola
Proviamo a vederla da sinistra
Pubblicato il venerdì 24 ottobre 2008 alle ore 23:55 | 0 commenti | |
Argomenti: Riflessioni |
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